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IL BUON CUORE 391


patria, i doveri religiosi sono rappresentati dalla Chiesa: uniamo insieme l’amor di patria e l’amor della religione: questa unione è la condizione della perfezioni~ e della felicità in tutti i paesi: quanto tale unione deve essere.più cara a noi quando pensiamo che la patria a cui apparteniamo è una delle nazioni più gloriose del mondo; la religione che seguiamo è la parola stessa di Dio, il codice della verità e della virtù. Alta la fronte: la nostra patria è l’Italia; la nostra religione è il Vangelo.

L’assassini de Miss Cavell

On’altra me n’han faa qui brutt craponi! Ch’ormai con tutt el mond hin in quarella; Hann massacraa la povera Cavella!! Questa l’è propi grossa, de birboni. Alter che barbari... sii barbaroni! Ona donnetta insti mai buna e bella! E rialter la ciamee, cultura... quella?! Mi la ciami Kultur.... de vigliacconi! Seguitee pur a fann de pussee grossi Sfoghee quel vost velen ché gh’avii dent! Sfoghee la bava che gh’avii in del goss! Mazzee bagai e donn, tucc. innocent! Ma on dì ve casciaremm tucc in d’on foss E sarii rnalcdett eternament. FEDERICO BUSSI.

Libriccino confortatore in tempo di guerra (Continuaz. vedi num. 43).

II.

Conforto dell’Amore divino

«Dio è carità» (La Joan IV - 8) Vuoi tu conoscere che cosa guidava il tuo Signore in questo? Comprendilo bene: L’Amore fu il suo movente. Chi te lo spiegò? L’Amore. Che cosa ti spiegò Esso mai? Amore. Per qual ragione? Per Amore. Tienti in esso, e tu vi imparerai ben altro. Tuttavia non Ari saprai od imparerai altra cosa, e ciò senza fine». Codeste furono le parole dette da Nostro Signore alla devota anacoreta di Norwich, Dame Jou

peculare motivo, e quel motivo è l’amore. Nè Joulian credette che l’amore fosse la spiegazione delle sole sue visioni. Anzi, ella fu istruita di prendere l’amore come la piattaforma e la ragione della vita umana; non solo, ma di tutto il creato. Perchè, così ella prosegue, ripetendo la stessa nota di Amore: ’, Così avvenne che io imparai come l’Amore fosse il movente di Nostro Signore. E vidi, pienamente sicura, che appena Iddio ci formò al principio, Esso ci amava; il quale Amore giammai languì, nè languirà mai. Ed in codesto Amore Egli fece tutto quello che fece, ed in codesto Amore fece tutte le cose in proprio riguardo; ed in codesto Amore le nostre vite trovarono la ragione dell’immortalità. Nella nostra formazione si sorprende un principio, ma l’Amore che ci ha fatti, vi si trova senza principio, mentre noi incontriamo il nostro principio in tale Amore». Queste parole racchiudono l’estratto della cristiana rivelazione di Dio e formano la sola filosofia dell’universo, che I. Alga a dare perentoria soddisfazione allo spirito dell’uomo. Credere nell’amore di Dio, a dispetto d’ogni contraria apparenza, è l’atto più arduo, ma insieme il più essenziale della fede; una fede che crede ai dogmi insegnati dalla Chi così spesso descritti come onere aggiunto, lo rende in realtà assai più agevole di quello che potrebbe essere altrimenti. In quest’ora di sconvolgimento, tutte le forze le più spoglie d’amore, sono in azione, ed in vista troviamo più avanzate tutte le cose più odiose e crudeli. Noi abbiamo perciò il massimo bisogno di riaffermare. la nostra fede nel Divino Amore. Ai tempi in cui Madre Joulian trovavasi nel suo angusto eremo di Norwich — cioè nell’ultima metà del decimoquarto secolo e nei primi anni del decimoquinto — non difettavano le crudeltà e le miserie. La Francia era devastata dai saccheggi contemporanei degli Inglesi invasori, delle Compagnie di ventura e dei campagnuoli inaspriti. Molte le carneficine, spaventevoli le torture inflitte; testimoni le vie di Limoges, rosseggianti di sangue e il centro di Beauvais, ove si accesero roghi per bruciare ancor vive le vittime. Anche in Inghilterra, benché il peggio non fosse ancora venuto, regnava la dura oppressione degli schiavi, che condusse alla rivolta sotto Wat Tyler, ed alla conseguente repressione. Ma pure quel tempo era assai più fortunato del nostro. Perché più fortunato? Perché la sua Fede cattolica era più viva e più diffusa; perché possedeva gran numero di Santi, che ponevano fermamente nell’amare Dio la loro fede. Questi Santi sapevano che i patimenti fisici non implicavaho diminu done dell’Amore di Dio verso di loro. L’età nostra ha dimenticato ciò, e, per questo, ora che è la volta di gran patire, non riesce a sorprendervi il passaggio della, mano di un Dio d’Amore. Ciononostante, in molti modi il dolore può compiere opera d’amore. Bene accettato, esso purifica e rafforza lo spirito, lo porta a maggior conformità al Divino Volere, e, sopratutro accresce l’amore verso Dio. Così contribuisce a far Andare le sue vittim, in direzione della vita eterna, che è l’unione con Dio. Da ciò derivava che i Santi amavano e cercavano il patire. Era il grido di S. Teresa: «O morire, o patire». Quando Nostro Signore domandò a S. Giovanni della Croce di in lian, quando essa volle pure sapere perchè le fossero state concesse certe visioni qualche tempo prima. Tutta la rispo servigi, la sua risposta fu «di soffrire e venir deprezzato per

sta è come un concerto di armoniose campane, suonato su

Tuo amore». Istintivamente i Santi hanno sentito che l’amore

dicare quale ricompensa desiderasse per una vita di leali