Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
Anno XIV. | 6 Novembre 1915. | Num. 45. |
Giornale settimanale per le famiglie
IL BUON CUORE
Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE
Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena
E il tesor negato al fasto Manzoni — La Risurrezione. |
|
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
Rosmini — Opere spirit., pag. 191.
|
Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.
SOMMARIO:
Tiepolo.. dal Ciel (Poesia). — Discorso dei morti detto nella Chiesa Prepositurale di Bellano. — Nozze d’Oro della Signora Teresa Roncoroni.
— Necrologia Padre Gazzola Pietro, barnabita — I libri di Cadorna.
Educazione ed Istruzione
UN EROE
Novella di Mario Valli
Ero andato a cercare l’amico in un paesucolo di
montagna nascosto fra lo sfasciume grigio delle petraie, nel quale non c’erano villeggianti, e il vento
scendeva ogni giorno dalle vette ghiacciate a far l’aria
frizzante. Mi aveva scritto, con quel suo modo bizzarro di rendere le idee: — «Faccio la cura del ramarro e penso al vuoto; se vieni, smoccoleremo in due!»
— M’era parso di leggere fra le righe che si sentisse
abbandonato da tutti, e non potevo pensare che si fosse ridotto a fantasticare in poltroneria quel capo scarico, anima delle brigate chiassose, rivenditore di frottole d’ogni colore, ma, in casa, ad uscio chiuso, lavoratore e studioso.
A vent’anni, addottorato in legge, si vantava al caffè, tra gli amici, d’aver finalmente ammucchiati i libri in due casse e d’averne portata una in cantina e l’altra in topaia. Invece raccoglieva elementi per una pubblicazione di polso, e cercava fra un autore e l’altro la via per ottenere più tardi una cattedra universitaria. Qualche anno dopo Scomparve dalla società: agli amici aveva confidato che mettevasi alla cerca dei frantumi delle sue finanze; e aveva confidato il segreto a più d’uno apposta, perchè la notiziola andasse in giro. Noi si sapeva che aveva cominciato a dar ordine al materiale raccolto, e che per scrivere l’opúa sua non voleva divagazioni. Poi venne la guerra, lo scompiglio d’ogni cosa; poi mi raggiunse ai piedi della montagna, dove villeggiava la mia fa-
miglia, quel suo biglietto. Egli nella stessa valle, ma su, dove non arrivava nè lo stradone provinciale nè la posta, e il pane veniva portato solo due volte per settimana. Mi stupii che quel capameno si fosse ricordato di me, e attribuii la cosa al fatto che ci si trovava per caso, fra gli stessi monti. Gli scrissi che, se voleva discendere dal suo nido d’aquila, avrebbe trovato la brigata pronta a riceverlo come un figliuol prodigo; non ebbi risposta. Dovetti, dopo qualche tempo, andarlo a cercare e lo trovai solo, seduto sopra una rupe, intento a guardare uno spaventoso canalone di pietrame, che discendeva vertiginoso lungo la schiena del monte. Mi vide con piacere, ma senza abbandonarsi a quel chiasso fragoroso a cui, un tempo, era solito lasciarsi andare. In volto era pallido.
— Ti sei fatto orso! — gli dissi.
— Orso! — rispose. — sono qui a poltrire da fanullone; questa sera tu resterai con me; domani si parte.
— Vieni giù finalmente!
— Sì: ritorno al fronte.
Chi se lo pensava sottotente, già provato al fuoco, già ferito a Monfalcone, rinviato a casa per la convalescenza, e scappato lassù, per abituare i polmoni all’aria forte e sottrarsi da ogni chiaccherio di pietosi ammiratori, o di ammiratrici e consolatrici sospirose!
Quella sera, davanti alla porta d’una casuccia di pietre e di legno, seduti su trespoletti, fumammo e parlammo, ricordando persone, luoghi, discorsi: le alpigiane erano a dormire, gli uomini chiusi in un’osteriola bevevano; sopra le vette delle montagne altissime, sui candori dei ghiacci che scendevano per gli infratti, e da cima a cima, e da candore a candore, la volta del cielo era tutto un luccicchio sereno, solenne, silenzioso di stelle.
* * *
La mattina seguente salutò i suoi ospiti e quelle poche dozzine di persone che abitavano i tuguri. Qualche donna piangeva.
— Là, là — disse — sono stato alla prova, e sono qui, sano e forte; anche i vostri uomini torneranno. Ne udirete allora, delle storie.
Una ragazzona alta, con lineamenti delicati, e con un fazzolettone nero sulle treccie bionde, stavasene