Pagina:Il canapajo di Girolamo Baruffaldi, Bologna 1741.djvu/37

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Pensa a dotar la terra, ed arricchirla.
Non creder già, che preziose spoglie,
120(Come a dotar le ricche spose è in uso)
Ella ti chiegga: il suo desire è solo,
Che tu la copra (vedi genio sozzo!)
Di lordo stabbio, ma che vecchio sia,
Mezzo, macero, trito, e ben concotto;
125Altrimenti nocivo ’l proverai,
E vestirà d’inutil’ erba il campo.
Prima dirò qual sia ’l miglior di quanti
Escrementi a quest’uopo usar dovrai.
Quel, che gli armenti de l’ovil ti danno,
130(Sia pecora, sia capra, o sia montone)
Quello è fedele, ed è fruttifer tanto,
Che sua virtù per sino al settim’anno
Dura, e pruova ne dà con l’abbondanza.
Poi siegue quel de le bovine mandre,
135Dove rumini ’l toro e la giovenca.
Questo pel corso di quattr’anni regge
Nel suo vigor, e fa ’l padron contento;
Ma non così già quel, che da le stalle
Nobili, ove i destrier’ s’odon nitrire,
140Il mozzo vile ogni altro dì trasporta
Ad impinguar la fumigante massa.
Misto egli è troppo di più biade aduste ,
E mal dal dente cavallin digeste:
E se per anni ed anni non lo macera
145L’acqua, o lo star nel suo monte sepolto,
A le nebbie, a le nevi, a l’acque esposto,
D’erbe è ferace, ed è dannoso sempre.
E peggio è poi, se dopo che tu l’abbia
Buttato al campo, stagion calda siegua,
150Come succede ne la fitta state: