Vai al contenuto

Pagina:Il castello di Malpaga.djvu/16

Da Wikisource.

— 15 —

stri, il quale havea quel dì per la Corte condotto carbone. Giovinastro di un venticinque anni, et di persona ben soda et quadrata. Il quale come lungamente avezzo a lottare col suoi pari, havendo notato assai tosto che quanto di grandezza et di corporale forza vantaggiava quel Daco, altrettanto di maestria et di destrezza gli mancava nel gioco, ne sofferire potendo che con tanto avvilimento et disprezzo dei nostri braveggiasse un Barbaro, et seco dispettosamente dicendo: s’egli avesse affar meco non vincerebbe me forse; fu sentito da tale che a Bartolomeo il rapportò. Il quale fattolsi chiamare in disparte, et da capo a piè esaminatolo et giudicatolo assai atto a quel fare che di sè prometteva, fattolo spogliare et forbire et tutto rivestire nobilmente in habito militare: Hor va animosamente, gli disse, et da valente huomo portandoti cotesti vestimenti sian tuoi. Scese il Carbonaio sul campo e venne alla prova col Daco. La smisurata forza del quale havendo egli per alquanto con mostre e viste false accortamente atteggiando schernita, presa l’occasion tantosto ch’ei se la vide bella, curvando il capo e il dosso d’un repentino lancio sotto esso all’avversario avventossi. Et sopra l’anche abbracciatolo et sollevatol di peso a capo in giù et piedi in alto l’hebbe steso in terra con lietissimo rumore et applausi di tutti gli astanti. Ai quali si moltiplicò riso e festa facendo Bartolomeo portare al novo Campione in sul campo i suoi vili drappi. Dei quali colui fatto un fascio e gettatolsi in collo via se n’andò portandoselo quasi un nobil trofeo della sua vittoria.

Donò Bartolomeo al Re partendo una delle sue armature di fino e prezioso lavoro et tutta la servitù reale honorevolmente di novo ei ne mandò vestita a vermiglia