Pagina:Il castello di Malpaga.djvu/9

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fossato furono erette le abitazioni pei sudditi e dipendenti, le quali contribuirono, a lor volta, a togliere ogni carattere di difesa. Si aggiunga che il genere di vita tenuto dal Colleoni a Malpaga, non ammetteva più questo concetto di difesa: infatti il Capitano delle venete armate sfoggiò qui una corte delle più brillanti dell’Italia superiore.

Ci conforta il sapere come molti studiosi stranieri si siano interessati a questo storico edificio. La società inglese Arundel promette di dare nel decennio una pubblicazione in merito, avendo inviato a Malpaga un pittore distinto, il signor Enrico Layard, per ritrarne quasi tutte le composizioni, e rettificare così l’asserzione dello storico Rio, che oggi difficilmente si possa scoprire ancora un avanzo qualsiasi del vecchio castello di Malpaga.

Qui dimorò il Colleoni sino al 1475, anno di sua morte, alla qual epoca egli vi teneva seicento cavalieri, occupati personalmente al suo servizio.

Sismondi racconta come offrisse ospitalità generosa ai forastieri e come, oltre il re Cristiano I di Danimarca e Borso d’Este, visitarono il Colleoni a Malpaga, anche Ercole d’Este, divenuto poi Duca di Ferrara, ed Alessandro Sforza signore di Pesaro, Bonifacio marchese del Monferrato, gli Ordelaffi di Forlì, Astorre Manfredi signore di Faenza, Gian Francesco conte della Mirandola coi due figliuoli, Deifobo conte dell’Anguillara, Carlo Fortebraccio, ed altr non meno illustri personaggi. — Bisogna quindi ritenere che attorno al Castello, nei non lontani suoi possessi, il Colleoni tenesse le soldatesche, pronte ai suoi impegni; e cavalli ed armi e strumenti di guerra erano certamente lontani da Malpaga, che decorato e disposto a signorile abitazione, era il luogo di riposo e dei divertimenti preferiti dal generale delle armate Venete.