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DEL CAVALLARIZZO

notate che segno evidentissimo è di caval sano quando mangia bene la sua biada, & lo strame, in stalla, & fuor di stalla quando mastica la briglia; & habonda di schiuma biancha & spessa, ma non viscosa; perche se fosse viscosa, & liquida sarebbe segno di flemma & indispositione. Deve adunque il mastro di stalla ben mirare al tutto, per potervi diligentemente provedere. Mangiato che haveranno la biada, se gli dia lo strame, ma non prima che un’hora almeno dipoi. Il qual strame dev’essere perfetto, senza polvere, di buon odore, & senza alcuna cosa cattiva; & siasi poi quel che più è opportuno, & convenevole, fieno ò paglia, ò mescolato ò altro. Paglia & orzo però si deve sempre dare a’ cavalli fatti, & che stanno bene in carne; eccetto se accidente alcuno in contrario non richiedesse altrimente. L’ordine stesso in abbeverarli, & dar la biada, si ha da tener la sera che la mattina; ma non con suoni: li quali ne anco voglio che si faccino ogni giorno ma sarà assai due ò tre volte la settimana. Vorrei oltra di questo, che i garzoni più che fusse possibile mangiassero tutti insieme, ad un’hora medesima ne’ capi della stalla, in quelle camere de’ finimenti, le quali deveno essere tenute ben nette, e senza fettore. Et essi deveno mangiare quietamente & ispeditamente otto di loro per camera: per essere dipoi più solleciti intorno à quello, che nella stalla fa di mestieri. Nel mangiar de’ garzoni deveno i baccalarij far la guardia. Ne deve alli uni & alli altri mancar il dever loro, ne altro che di patto & uso se gl’appartiene; Et sopra tutto io vorrei che nella stalla si facessino alcuni profumi odoriferi alle volte, perche de gl’odori si ricreano molto i spiriti a i cavalli & alle volte de’ profumi che fusseno di acuto odore, perche giovano molto, & discacciano li serpi dalle stalle, come vuol Vergilio nel terzo della Georgica, quando dice.

Disce & odoratum stabulis accendere cedrum;
Galbaneoq; agitare graves nidore chelydros.
I quai due versi in lingua nostra dicano.
Impara accender nelle stalle cedro:
Et galbano che suol fugar serpenti.

Et veramente, che con i buoni et soavi odori delettarete molto i cavalli fugando i tristi, & con il galbano, & altro simile che è di grave, fumoso, & acuto odore, difenderete la stalla da chelidri, cioè serpi venenosi; che soleno alcune volte habitare & ritrovarsi nelle stalle. Benche li serpi si discacciano anco come vuol Columella, con l’odore del corno abbruciato del cervo. Deve nella stalla sempre essere, ò mastro di stalla, ò marescalco, ò cavalcatore, li quali habbino cura ch’ogni cosa passi per l’ordine suo la sera di poi mangiata la biada & nettata la stalla, si deveno far le lettiere alli cavalli & impirli i piedi di fiammata, la quale d’inverno non importa farsi più di tre volte la settimana