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Pagina:Il cavallarizzo.djvu/128

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LIBRO SECONDO 62

far roteggiar il cavallo intanto, che essendo mostrato à Platone uno, che ciò faceva sì giustamente & presto, che pur due diti non perdeva di terreno nel girare con un cavallo maravigliandosene molto ciascuno sol Platone se ne rideva. Et dimandato per che d’una cosa sì bella & meravigliosa rideva; rispose, se costui fosse occupato in maggior cosa faria meglio, & non metteria tanta esquisita diligentia in questa. E de i giri, com’io vi dissi di sopra, ne furono inventori i Lapiti Peletronij, si come furono anco de i freni, e del guarnire, & strigliare i cavalli. E tanto grande, & esquisita fu l’arte, & ragione de i giri appresso alli antichi, che Xenofonte auttor graviss. ne tratta diffusamente in due trattati. Et non è dubbio, che le utilità, che ne derivano siano grandi per che danno lena al cavallo, lo sciolgono singolarmente nelle spalle & nelle gambe, lo aggiustano di collo e di bocca, lo allegeriscano, gli danno animo, & appoggio honesto sulla briglia, & li levano le credenze di qual si voglia mano, & li toglieno le creanze cattive, facendolo più agile, & presto al raddoppiare,& a tutte le sorti de gl’altri maneggi. Sono utili assai anco nelle scaramuccie, nelle giornate, ne’ duelli, sì per diffendersi come per offendere, serveno anco à far più destro il cavallo ne’ torneamenti, & altre cose simili. Et apportano seco una certa gratia, che fanno che’l cavalliero che roteggi par molto valoroso, & disposto. Ma questo basti haver detto dell’uso, utilità, & forma del roteggiare, se gl’aggiungo, che il cavallo naturalmente ama il girare, et che sia vero non più presto i poledrini sono nati che intorno vanno lascivendo & correndo in questo modo. Per il che io non sono di questa opinione, che l’ultima cosa sia mettere il poledro alle rote.


Cap. 3. del modo d'insegnare il caragolo, over lumaca al polledro, & ad altro cavallo, & che effetti faccia.


Continuato, che havrete il vostro poledro nelle rote dette di sopra tanto che connosciate, che ci vadi bene di trotto, & di poi di haverli posto il suo freno, over canone, che se gli conviene; & che si è cavalcato con esso per venti volte devete pian piano dal roteggiar largo ridurlo allo stretto; di passo però prima & poi di trotto. Et ristretto che siate quasi ad una canna di larghezza, mutar mano; & allargarsi pur à poco à poco, fin che venete alla larghezza nella quale cominciaste à restringervi; & sulla medesima mano vi aviarete per dritto nell’altro caragolo; nel quale andarete ristringendo con l’ordine istesso, che faceste nell’altro; & di poi ripigliando à man dritta andarete allargandovi; & andarete per l’istessa via à restringersi nell’altro caragolo. Et in questo modo continuarete la vostra lettione fin tanto che vi paia à bastanza. Di poi andarete à parare (fermato però che havrete prima un poco il cavallo nel mezzo del caragolo) di dritto in dritto. Et pur fermatovi