Pagina:Il cholera in Barberino di Mugello - Carlo Livi, 1855.djvu/25

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(perchè il municipio di Barberino serbò tutto intatto fino al mio arrivo) e non saprei a qual cosa di più malsano paragonarla. Il D. Guidotti poi aggiunge una osservazione preziosissima, ed è, che nessuno de’ molti pigionali che abitavano cotesto casamento andò esente da coliche diarree e vomiti.

In faccia a cotesto casamento un altro pure ne esiste e più ampio, ricovero anch’esso a molte famiglie pigionali e certamente non comode. Ivi è macelleria, ammazzatojo, stalle, e un cortile nel di dietro, ove trovammo ammassato, precisamente sotto le finestre, tanto concime, che venuti all’opera di trasportarlo via a carrate, apparve piuttosto che un semplice deposito una vera miniera.

Ora sembrò, che il cholera la mattina del 12, dopo aver colpita nella prima casa una sesta vittima la Geltrude Venturi d’anni 33 e diarroica da varii giorni, attraversasse la strada, ed entrasse a imperversare nella detta casa di faccia, più specialmente nella sventurata famiglia Braccesi, in cui prima un vecchio d’anni 68, poi il figlio che gli era stato dattorno e soffriva già diarrea, e finalmente la moglie del figlio ammalarono gravemente. Questa donna che ebbi in cura poi per quattro giorni, soggetta già a gastralgie ed allattante un suo bambino, mi raccontava essere stata presa da grande spavento, in vedere il suocero malato e così stranamente sfigurato.

Tutte le più accurate ricerche fatte starebbero ad escludere ogni comunicazione di robe o di persone fra gli abitanti dell’una e dell’altra casa. La narrazione però del D. Guidotti crede conveniente avvertire, come il vecchio Braccesi sensale di mestiere avesse continuamente contatto con mercanti Pratesi; sebbene per parte mia creda