Pagina:Il crepuscolo degli idoli.djvu/146

Da Wikisource.

IL CREPUSCOLO DEGLI IDOLI

principio: occorre aver bisogno di essere forti: altrimenti non lo si diventa mai. — Quelle grandi scuole, vere serre calde per gli uomini forti, per la specie più forte di uomini che mai vi sia stata, le società aristocratiche di Roma e di Venezia, compresero la libertà esattamente nel senso in cui io intendo questa parola: come qualche cosa che nello stesso tempo si ha e non si ha, che si vuole, che si conquista...


39.

Critica della modernità. — Le nostre istituzioni non valgono più niente: tutti sono d’accordo su questo giudizio. Eppure la colpa non è di loro, ma di noi. Tutti gli istinti da cui sono uscite le istituzioni essendosi smarriti, queste a loro volta ci scappano, perchè noi non vi siamo più adatti. In ogni tempo il democratismo è stata la forma di decomposizione della forza organizzatrice: in Umano, troppo umano, I, 318, ho già caratterizzato, come una forma di decadenza della forza organizzatrice, la democrazia moderna come i suoi palliativi, tale «l’impero tedesco». Perchè vi siano delle istituzioni, bisogna che vi sia una specie di volontà, d’istinto, d’imperativo, anti-liberale fino alla cattiveria: una volontà di tradizione, di autorità, di responsabilità, stabilita sopra i secoli, di solidarietà incatenata attraverso i secoli, nel passato e nell’avvenire, in infinitum. Allorchè questa volontà esiste, si fonda qualche cosa come l’imperium Romanum: o come la Russia, la sola potenza che abbia oggi la speranza


— 147