Pagina:Il crowdsourcing tra necessità di coordinamento e perdita di controllo.djvu/58

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Roberto Zarro, per sua parte, afferma che il web 2.0 comprende "tutti quegli strumenti, soluzioni, tendenze e attitudini che […] fanno fortemente leva sul contributo diretto dei navigatori", ed è questo il "valore aggiunto potenzialmente offerto da ognuno di essi ai processi di comunicazione e condivisione" (Zarro, 2008, 70).
"Lo scambio di informazioni, la possibilità di appuntare le proprie considerazioni a margine degli interventi altrui, la volontà di riprendere e ampliare un’argomentazione nel proprio spazio personale fanno sì che questo scambio asincrono riproduca molte delle dinamiche che stanno alla base di un dialogo aperto. […] Ogni nodo della rete è origine e destinazione di informazione ma i due canali non sono mai separati. Al contrario ciò che è prodotto da ciascun nodo è spesso influenzato dagli stimoli che ha ricevuto da altri nodi, così com’è probabile che il suo contributo influenzi i contenuti altrui" (Maistrello, 2007, 23). È qui che si evidenzia la maggiore differenza con le tradizionali pagine statiche proprie del web 1.0, che producono monologhi, e i social media propri del web 2.0, che producono conversazioni spontanee, reticolari e inclusive.

I social media sono classificabili a seconda che siano prettamente media-centered (YouTube, Flickr), piattaforme di distribuzione di specifici prodotti mediali, o person-centered (un esempio tra tanti è Facebook), piattaforme “onnivore” che mettono al centro la persona e i suoi interessi, integrandone l’espressione tramite differenti modalità (Mazali, 2009).
I social network sono siti person-centered definibili, secondo la definizione di Boyd ed Ellison come servizi basati sul web che permettono agli individui di (1) costruire un profilo pubblico o semi-pubblico in un sistema delimitato, (2) creare una lista di altri utenti con i quali condividono una connessione, e (3) vedere e navigare la loro lista di connessioni e quelle fatte dagli altri all’interno del sistema (Boyd e Ellison, 2008).
I social network sono lo strumento per la cultura partecipativa "basata sull’importanza dei contributi individuali all’interno del gruppo/community e sull’instaurarsi di diversi livelli di connessione e sentimento sociale" (Mazali, 2009, 2).

Per uno studio sulla diffusione dei social network in Italia si può vedere una recente ricerca (pubblicata il 10 febbraio 2011) del LaRiCA1 (Laboratorio di Ricerca sulla

  1. http://larica.uniurb.it/wpmu/