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62 Capitolo secondo

cessi fatti agli animali nel medio evo, e ancora in pieno Rinascimento, sono famosi nella storia della superstizione: si citavano le bestie, come si citavano i diavoli. Nel 1474 i magistrati di Basilea giudicarono e condannarono al fuoco un gallo diabolico, che aveva ardito di fare un uovo. Se gli animali si trasformavano in demonii, era pur giusto che i demonii si trasformassero in animali.

Nè bastava loro di trasformarsi in animali, chè si trasformavano ancora in cose inanimate. San Gregorio Magno narra il lacrimevole caso di una monaca, la quale, credendo di mangiare una foglia di lattuga, mangiò il diavolo, e se lo tenne in corpo un pezzo. Un discepolo di sant’Ilaro, abate di Galeata, vide una volta il diavolo sotto forma di un appetitoso grappolo d’uva. Ad altri, secondo i casi e le occorrenze, il diavolo si lasciò vedere sotto specie di un bicchiere di vino, di un pezzo d’oro, di una borsa piena di monete, di un tronco d’albero, di una botte che ruzzola, e persino di una coda di vacca. Non senza ragione dunque l’olandese Gerolamo Bosch, e qualche altro tra’ più famosi