Pagina:Il dottor Antonio.djvu/133

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sulla loggia. 129

dovrete alzare solo per giacervi quietamente su quella lunga sedia, che Speranza e Rosa vi portano; e siete pregata di abbandonarvi passivamente ad esse e a miss Hutchins, la quale vi vestirà. Alla fin fine non siete delusa, n’è vero?» chiese ansiosamente, notando che il rosso nelle belle guance di lei era sparito; e che gli angoli della bocca espressiva cominciavano ad abbassarsi. «Vorrei potervi conceder di più, ma non oso

Avrebbe dovuto aver Lucy un cuor più duro di quello che aveva per resistere alla premura e al tono affettuoso e all’aspetto dell’Italiano. La leggier nube di fastidio mutossi in uno splendido sorriso. — «Sono ingrata davvero,» ella disse; «perdonatemi.» E gli porse la mano — una manina così incantevole, ch’egli sentì una terribile inclinazione di baciarla; ma la ritenne solo per un minuto secondo nella sua. Un’ora dopo, coll’ajuto di sir John in gran festa, per la porta invetriata dell’anticamera, Lucy veniva fatta scorrere sulle rotelle della poltrona nella loggia da noi già tante volte menzionata in questa verace istoria, e dove una tenda era stata spiegata per proteggerla dal sole.

— «Che bellezza! quale squisita bellezza di paese!» esclamò la giovinetta con gli occhi che le si aprivan più larghi come ella guardava intorno. «E poteste temere, o sol pensare un momento,» volgendosi al Dottore, «che la mia fantasia potesse andare oltre a una realtà come questa? Nessuna immaginazione, neppur di poeta, potrebbe ne’ suoi slanci più energici rappresentarsi tanta maravigliosa bellezza.»

— «A dir vero,» rispose,» temevo poco che voi poteste esser delusa. Siciliano qual sono, e passionato per di più nell’ammirare la mia isola natìa, pure confesso questa scena che ci sta innanzi non essere inferiore ad alcuna delle più celebri della Sicilia.»

— «Che colore orientale danno alla collina di Bordighera quelle palme ondeggianti! Si potrebbe credere di essere nell’Asia Minore,» disse Lucy.

Ed era davvero una bella scena. Sta dinanzi l’immensità del mare liscio come uno specchio, e splendido delle tinte cangianti di un collo di colomba, il verde lucente, il porporino scuro, il soave oltremare, l’azzurro cupo di una lama di brunito acciajo; — talora scintillante al sole come diamanti; talora ripiegantesi a mo’ di nastro in rete di nivea spuma. Distaccansi fortemente su questo splendido fondo un gruppo di pescatori dalle rosse cappe e dalle rosse cinture, che tirano le loro reti a terra; e accompagnano

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