Pagina:Il dottor Antonio.djvu/271

Da Wikisource.

otto anni dopo. 267


gioletto — ambi i genitori incoraggiando con parole e con atti i primi tentativi a camminare del bambinello; mentre esso, con grida d’infantil gaudio, andava barcollando dall’uno all’altra, Lucy guarda vivamente su quella triade. Speranza si volta, e scorge il dolce viso: — «Madonna santa! Mamma, mamma, è la signora.» E in un istante levatasi in piedi, confidando il bambino alle braccia dell’accovacciato Battista, con un impeto che lo manda a gambe in aria col fanciullo dimenante sopra lui, salta dentro la carrozza e si gitta al collo di Lucy. — «Oh mia cara signora! — mia cara signora!» è tutto quello che può dire Speranza. Rosa corre fuori precipitosa, col solo pensiero che possa essere accaduta qualche disgrazia mortale alla speranza della famiglia. Battista si rimette in gambe, e succede un general riconoscimento fra tante benedizioni, esclamazioni, batter di mani, invocazioni alla Vergine, che sarebbe stato immensamente comico, se non fosse stato commovente davvero.

— «Che Dio vi benedica! Quanto son fredde le vostre mani, signora. Quanto siete stanca! Oh! se fosse qui il dottor Antonio.» Speranza si morse la lingua. Lucy viene trasportata, più che guidata, disopra, nella miglior camera della casa. Un fuoco ardente crepita presto nel caminetto, è tirato innanzi il sofà; e toltole via lo scialle e l’abito bagnati e convenientemente coperta, Lucy viene stesa sopra il sofà a scaldarsi e riposarsi. Speranza si china amorosamente sopra la sua amabile soffrente, le accarezza e bacia a vicenda le fredde mani e i piedi; asciuga, liscia e bacia i bei ricci stesi, sorridendo sempre, e cicalando, e benedicendo il giorno e l’ora e la Madonna; ma anche in quell’agitazione, non dimenticando nulla di ciò che può menomamente servire al conforto della sua cara padrona, come ella chiama Lucy; e men di tutto, il pan brusco e il thè caldo — non il thè d’ogni dì, ma quello serbato nel canestro verde per le occasioni straordinarie. Miss Hutchins per il momento è messa affatto da canto, ed ella lo prende in buona parte e allegramente. Speranza non vuol cedere ad alcuno, nemmeno a sua madre, il diritto di riporre quei piedini in calde pantofole, di mettere il «prete» a scaldare il letto, di fare il menomo servizio a questa sua adorate padrona.

Lucy sentì rivivere in questa geniale atmosfera di animi a lei devoti, e mentre si assise a sorbire il thè, che le parea come nèttare, un raggio di conforto le si diffuse sulla stanca sua persona e nel cuore. Era infatti gran tempo che non aveva più goduto un tal banchetto: e da otto lun-