Pagina:Il mio cuore fra i reticolati.djvu/127

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orfano a diciotto anni, era sempre stato solo, indipendente, e non aveva mai obbedito che al proprio capriccio, voleva dire rinunziare a tutto: alla sua libertà, ai suoi comodi, alla sua indolenza, alla sua piacevole indecisione. Qualcosa e qualcuno gli diceva:

— Stai là! Non ti muovere! — Qualcosa era la sua naturale pigrizia che non gli aveva mai fatto alzare un dito in più del necessario. Qualcuno era la pelle floreale di Maura, che in quel maggio stava riprendendo tutta la sua potenza e che, proprio in quel momento in cui egli pensava se staccarsene o no, aveva riacquistato un incanto prodigioso.

Franco era però un uomo stanco. Ma la sua stanchezza era quella che non si rassegna a lasciar morire tutte le energie, e vede, o intravede, al di là, possibilità e risorse che potrebbero salvarlo. Ma come arrivare «al di là?»

Ora, risolta momentaneamente la questione economica con l’aiuto di Mario e di un nuovo strozzino pescato in una bisca, Franco preferiva restare quasi sempre solo.

Usciva la mattina prestissimo, ed errava senza scopo per le vie di Roma, cercando, cercando. Che cosa?. Una risposta, un impulso, una volontà decisa.

Egli era così stanco! E tutto gli sembrava così vecchio e corroso! così sbiadito e sfi-