Pagina:Il mio cuore fra i reticolati.djvu/140

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— e subito lesse sul suo volto la «novità».

Franco la trascinò nella camera da letto, con serietà, le appoggiò le mani sotto le ascelle, come nei momenti di grande tenerezza, e l’osservò. Vide che era molto turbata. Per il momento non ebbe il coraggio di dire. Poi, sentendo la sua muta domanda angosciosa, si decise.

— Maura, bisogna che tu abbia del coraggio... molto coraggio...

Maura rispose: Sì. E pensò: Ci siamo. È finita.

— Dimmi, Maura, — proseguì Franco – tu, come donna, non preferisci che l’uomo che ami sia un forte, un audace, un aggressivo, piuttosto che un poltrone vigliacco?...

— Basta! basta! Non dire altro! — urlò Maura. Tu mi lasci.....

E cominciò a dibattersi spaventosamente alterata, premendosi il cuore con una mano, contraendo dolorosamente la maschera.

— Maura, ascolta: — disse ancora Franco — non pensare nulla di male. Nulla finisce fra noi. Saremo amanti come prima. Io sarò soldato, ma verrò spesso a trovarti, o cercherò di farti venire da me, finchè non sarò al fronte...

— Al fronte! Tu andrai al fronte!

— O dio, certo, prima o poi dovrò andarci: non potevi pensare che restassi eterna-