Pagina:Il mio cuore fra i reticolati.djvu/155

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cinano i ceci. Ohibò! Egli si vanterà d’ignorare persino che esistono, i ceci. La sua attenzione non può essere attratta che da cinque o sei cose fondamentali, delle quali tutti gli altri uomini possono fare a meno e senza di cui egli non può vivere.

Questo va benone in regime di pace e di concordia, quando nè una guerra nè una rivoluzione minaccino di livellare gli strati sociali. Nessuno pensa allora di obbligare l’aristocratico a occuparsi dei milioni di cose che ignora, ad avvicinarsi con simpatia alla realtà, ad acquistare cognizioni tecniche e pratiche, ad osservare la materia multiforme da vicino.

Ma se la guerra o la rivoluzione intervengono, se l’aristocratico è sbalzato dal soffice divano, dal tepido salotto, dal vezzoso tea-room, alla grande atmosfera delle battaglie, al fango dei trinceramenti, alla fantasiosa barricata, alla bufera di neve e di vento tragico, allora fatalmente il suo istinto selezionatore deve cedere, ed egli deve affrontare con coraggio la realtà, la materia bruta, l’ingranaggio moltitudinario delle cose, questo proletariato pullulante che egli sdegnava di conoscere e che ora minaccia di stritolarlo.

Franco non conosceva la vita. Aveva vissuto troppo esclusivamente in un circolo limitatissimo di ambienti, di persone, di idee, di