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— Non hai bisogno di niente?
— Veramente, sì — fece Franco, quasi richiamato a una realtà che le sue riflessioni avevano assopita — ho un po’ di sete.
— Dammi allora la borraccia che te la riempio — propose il soldato.
Franco si tolse dal collo la borraccia e la passò al soldato: questi s’allontanò di corsa e dopo qualche minuto lo raggiunse con la borraccia piena, a cui Franco accostò le labbra avide, ne bevve metà, poi la richiuse rinfilandosela al collo. Fu dato l’alt. Erano ormai a 500 metri dal nemico. Avrebbero proseguito al tramonto per non destare allarme.
C’erano tiri, tutt’attorno alla colonna. Un aeroplano in esplorazione, con la croce nera sotto l’ala, aveva segnalato all’artiglieria austriaca l’avanzata della colonna. Qualche palletta di shrapnel aveva avuto il suo successo nelle nostre file, ferendo tre o quattro fanti: ciò che non aveva rallentato nè la marcia nè l’onda delle canzoni, chè anzi si faceva più calda e voluminosa, con inserimento di parole gli sfida al nemico. Ora che stavan fermi, proprio nel punto dove si scaricavano i muli e si caricavano le spalle degli uomini, comandati a condividere con quel compagno d’armi la fatica e il pericolo, solo qualche leggero spruzzo di mitragliatrice li raggiungeva, passando alto sulle loro teste e solo fe-