Pagina:Il mio cuore fra i reticolati.djvu/190

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spesso come il mare: sotto il velo di una bonaccia sonnolenta, cova l’uragano. Il nemico, che aveva saputo dalle segnalazioni aeree la faccenda del «cambio», aveva atteso che le truppe smontanti si fossero allontanate per far la sorpresa ai nuovi, che credeva dei «novellini», mentre eran quasi tutti vecchi lupi di trincea. A mezzanotte, dopo alcune ore di calma assoluta, all’improvviso sferrò un bombardamento serrato, asfissiante, di quelli che tolgono il fiato e impediscono di sentire gli ordini per il fracasso ininterrotto, senza interpunzione, che si scaraventa su tutta la linea. Questa si accese di luci e riverberi come nella notte precedente che gli aveva rivelato la battaglia come una sagra di divinità pagane, e le luci erano proiettate sulla nostra difesa per paralizzarne i movimenti.

— Allegri! — gridò qualcuno. — Si lavora a giorno! Abbiamo l’illuminazione gratis.

E il lavoro incominciò seriamente, allo scoperto, con tutto l’impeto di gente fresca che viene dal riposo e che conosce il mestiere. Le mitragliatrici furono piazzate nelle feritoie di punta, agli angoli più avanzati del settore. C’era un piccolo capitano, comandante della compagnia mitraglieri, che andava avanti e indietro lungo tutta la distesa del battaglione, dando ordini ai suoi uomini, correggendo le posizioni, animando, eccitando, spremen-