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po intuì la personalità magnetica di Baseggio, e gli si legò con tutto il suo amore di soldato, pronto a seguirlo ad occhi chiusi: tale era la spontanea fiducia che ispirava quest'uomo leggendario dagli occhi chiari di arcangelo che comandava una Compagnia demoniaca, battezzata nel nome della Morte.
— Ai suoi ordini, Capitano! — disse con voce decisa Franco, presentandosi (e istintivamente abolì la parola «Signor» davanti al suggestivo titolo di Capitano).
— Da dove viene Lei? — domandò il Capitano al nuovo venuto, inquadrandolo nel suo colpo d'occhio.
— Dal Padgora.
— Quanto c'è stato e quante azioni ha fatto?
— Sette mesi, ventiquattro pattuglie, tre azioni di brigata, una dozzina di ammaccature, una ferita.
— Molto bene — disse il Capitano, squadrandolo dalla testa ai piedi e terminando l'indagine con un sorriso di simpatia. — Qui c'è da fare, e subito. Ha voglia di lavorare?
— Non sarei qui se non avessi voglia...
— . . . . di menar le mani, vero?
— Ai suoi ordini, pronto a tutto, capitano!
— D'accordo (e gli strinse a mano). Venga con me. E anche tu, Romoletto.