 |
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. | |
SCENA TERZA. 7* Ciò. S'ei tornerà nel tcr\o giorno in vita, Cht fin,che negar pofja lafighuclanza in lui del Padre eterno ?
S’ft rtfterà dentro’l fepolcro, hxurar.no Quelle reliquie fine feria,e virlutt Da dare à infermile à morti Con dt(u[ato ft il vita, e faluie .
Nic. Per que/to forfè in cento luoghi,e’n cento Nel fuo morir s’aptrfero le tombe , Qua/i ch’ogrivna à le /aerate membra Con voci mute offrir volt/fe albergo .
Cio. Perì fanto de/io m ingombra il petto, ì^e temo hauer da te di/ditlo.o noia : Tomba qui prefio hautm commune,al/affo Cauata si, cb’vna fpelonca tifitmbra, Oue morto non mai giacque ftpollo : Qui riponiam quel facro corpo : e gtttfio tarmi t cht morto flia fen^altri morti Quel che non hebbe mai viutndo cqttalt.
Sic. Lodo il fanto penfitro, t teco à pane iffer vorrò de Ihonorata imprefa.
Ciò. £ crederò,che nafea in noi tal voglia Dal di lui fangue fparfo, ou’io dtfeerno Gran forza,e merto,à far di cori, e d‘ Alme Honorato conquido . Il doppie lume De lo fpirto, e dtl corpo ei dii poc’anzi A quel Soldato,che l’aperft il petto, Con la vinsi di quel cadente humore: A' quel color vermiglio ance diuenne Il Capitan fuo defcnfore;t mille tercotendof'lpet*, Partir di quà pieni di fanto affetto.
S) che creder mi gioua,ehe fia quello
