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SCENA SESTA. 13?
Giud. Patito, refluiti inalbera .
G<»fi. Alma infelice, che cen tal foccorfi Vie»piìipfggtora. il Indro invn mommi»
Si luì fef/efio : e qutfli in vn mominto Ptrduto è si,che ricontar non vuol fi.
Mal fà.chi troppo ardtfee 0 troppo ttmi; Veda di non cader chiftà, chi cade, Sorga', che’l vitto è ne le parti ejlnmt.
ATTO TERZO.
SCENA SETTIMA/, Angelo Cuftode di Giuda, Il io,che’l duro cor veggo, farei Tur troppo fciocco à procurargli il lene ; fer eh'anco il bene à maggior dàno ei volge Come,chi vn fiume,ad ifmorzur la fete, Ritrouajfe per firada, e vnfoco ardente, Per rifcaldar l'ingeìidiie membra; Zi ei brugiaffe le fue vedi al foco , I poi corrtffead annegarfi al fiume.
Ma chi viene di là con quilia vefie Sì facra,e fama,e da le man conte/l* De la Madre di Dio,che portiti Figlio Seiluflri, eme{o, eco l fuo corpo àpari Crebbe, vincendo e la naturaci tempo Quefi'ìla Morte rauuiuitajsportg, eia Morte.
THffo 11,che la fallite l giunta Del traditore , e la fptranza al verde , Te-