Pagina:Il mortorio di Christo.djvu/176

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SCENA OTTAVA.' iji Za fperanz,a, *1 timor* Habbian nel uoflro cor perpetuo albergo.

Chi à l’vna, o l'altro muore, Haurà Giuda,ò Satan ft*’lfrate,* al ter Tema, chi ftà\ chi giace, (gg% Speri,* ritorni à la perpetua pace.

ATTO Q_VA RTO; SCEN A PRIM A.

Pietro > e la Mifericordia.

ONtiofi penfier datemi pace: Ch'anca tra'l fonno con fan- , tafrni.e larut {in»'altri Trauagliate il mio cor : sì che Trouan npofo, io rinnouello i guai.

Non ho ben pianto ancor l’errorprimiere, X fognai di cader con maggior danno A viepiù graue, e inefpltcabli colpa.

I vidil mio Signor di nuouo eppefo Non ritto già, ma fottofepra volto Co’l capo in giù morir fra Terra,’* deh: O'fpauentcuol VtRa/o cafo acerbo.

Morrà dunqu'ei di nuouo ? « l’error mio Sarà si grane, che potrebbe efporlo A' duci più acerbo,e à più erudii martire l Tia meglio a me morire, Ch* ricadere forineuar le piaghi G 4 Del