Pagina:Il mortorio di Christo.djvu/186

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SCENA SEC ONDA. 161 E quefl'acque de gli occhi amare, e Jalfi, S'arenar m: vedefft in qualche /irte, Faran più cupa, t men v idofo il mare.

Pace. Tra'tuoi fofpiri,epianti Godrai fommo ripofo.e haura’t con Via Perpetua pace, e in ter.on mai vedraffi Con la parte miglior f*r guerra il fen fai Sì legato sìaraffi cotto'l tuo petto Jllad'onceldel Fomtte.ch’c attento yil nemico di fuori Aprir la porta,e per fur tini accefji La via moflrargli, outrtfiedetlcore.

Pie. Già dentro l’alma i fi poro fi frutti Gode d’alta quiete, e da buon fenno Farmi, ch’imprtjìa entro’ l mio petto hor fti.

O" fanta Pace,che dal Citi defccndi, Per honorar l’effeqaie del mio Chrifio, Che far pofs’io per te? che grtttie debbo Renderti, ft fon nulla, e nulla poffo ?

Tace. Io vuò, che seprem’habbi entro’l tuo ptttq.

Pie. A mie fpefe imparai,quanto fu dolce'.

Che nel turbato Egeo meglio s'intende, Ch’tn mar tranquillo quant'ì caro il porta: Peri fempre fi arai dentro' ì mia core.

Pace. Hor, perche meglio intenda i pran fattori.

Che largamente il Ciel teco dtfpinfa , Vieni qui prefio, t ne l'altrui fuenture M ira il tuo bene,! la tua lieta forte.

Conofci tu qitefìo difutil pondo , Patto fchermo de’ venti, à l’aria appefo, Sì dtfformato,e nero Dal crin fii.’à le piante, C'hà di moflro Infermi verofembiante ?

Pie.