Pagina:Il mortorio di Christo.djvu/197

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tri atto qvarto: Ni tornante à incenerir {otterrai M.z. Se noi nforti fiam, per dare vn’ombra Del rifornir di Chrifio,efiamforieri Del fuo trionfo,à che morir douemo ?

Precvrfori infelici Si ritrovi.un di nuouo efca de vermi : X’I Mondo crederà, che morir debba Anco il Signor,ch’à noi rendi la vita ; Che, chi non può dal {uo nemico vinto Le prede cu fìodu,che pria gli tolfe, Com'eterne farà le fue difefe) ZI. Mas’eglièil Primogenito frà morti Egli prima d’ogn altro Riforger deue à {empiierna vita : Voipnuenifle-, ondeconuien di nuovo, Voftromal grado,ritornarvi adittro; i . Perche cediate à lui li primi honori .

M.i. Parti,che quefle membra.c'hMtam prefe Di nuovo dal ftpoltro,habbian le doti D'vn corpo gloriofo,& immortale ?

M. Voi ve’l fentìte,che con mille{egni Moflrate efjer mortali,onde {oggetti A me pur fitte,e tornatele al buio.

M.l. QuefTì,chemn ancorglorio{a e l’alma. , ^ M. Quando {arà.M. i .Ghiado’l Signor fin dtfto.

Ch'egli ì il fonte di gloria,onde dipende, Quinte {periam di ben: sì eh'ei primiero Hà da mntarfi,enoi[arem fecondi s Suefian le prime f òrti j I per queflo diraffi Ch’egli fia’lprimogenito Irà morti.

M.i. Vedefli mai forger co'primi albori Nube da l'Oriente munti al giorno, (