Pagina:Il mortorio di Christo.djvu/21

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Ch’ei richiamommi al monte.ouedouca Su’l fior de gli anni fuoi perder la vita : Perche del’error mio dal fuo martire la grauezza intendere del fuo A more.' Sert>a(fial cor la rimembranza eterna.

Venni,e vidi i fuoi ftratij, vdi le voci De Je beftemmie altrui: fofpirai, pian/i, Come far lo potei ; che ignudo (pitto Capace è di dolor,ma non di pianto.

Ohqual era à vederlo: ei difelteffo Scordato in tutto, lagrimò fouente Per l’altrui colpe,&impetrò lavila A molti, che più fieri eratide gli altri, A innacerbir de le (uè piaghe ilfenfo.

E quando parue altrui, ch’egli taceffe, A me vogliendo i fuoi pietofi lumi: Vedi,dicea.douefon gionto,Adamo, Peramor tuo,che me sì poco amafti i Tu’l mio pomo inuolarti, Io del tao furto Piangola penaje tù nel’vueacerbe.

Suogliafti i tuoi defiri, ed io ne porro IftupìclitHe rintuzzati i denti.

Stendefli iu la temeraria mano Al grandiuieto, ed io le braccia ho tefe Sù quello tronco,e con l'afTentio, e’1 fiele femprato hò’ldolce di quel cibo infaulto ignudo fon,per te courirjche troppo Scouerte fur le tue vergogne al Cielo.

Ama dùqueil mio amore,odia il ilio fallo E godi.ch’i la tua perpetua notte Succederanno homai gli eterni albori.

Più voleadir.mafoprauenneal core Vn fintoma mortai,che si l'ofiefe,