Pagina:Il mortorio di Christo.djvu/217

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/T^s ATTO QVARTO.

Din. Difpirata fonila, à tempo giungi Per honornrne il funerei di Giuda, Dtfp. Eccomi pronta:e paratia mi corfuengit Vie più ctià voi la cura del morloio.

Mor. Anch'io trattengo à i funerali vfpct; C"hebbi nel fuo morir la miglior parti.

J5 vengon meco ancor quei fpirti tllnfiri, Chedalpo\z.o infernal poc’anzi vfciro.

SelX., O noi fiam tutti.O" traditor felice, C'hai nell’efiequie tue sì degni hetoi.

Dtfp. lo vuò legarli que/li lacci a' piedi, Perche prendan virtù da le fue membra: Come l ferro al toccar d’indica pietra.

Mor. Et io v'imbrattalo quefla mia falce, Perche pofia tirar colpi più fieri : Come tra crudi Barbari far fuole Armato di velen dardo mortale.

Dem. Trafcinatelo hormai doue volile.

E vai,che di là giù poc'anzi v/ciUe, Tati la volìra parte: eccoui i lumi Di nera pece-, eccoui i zolfi in veci D'Arabi tnctnfi, e dia fi il primo luogo Al morto nolìro, e poi s'babbi il fecondo Ccluiych'à nollro danno hoggi mono.

    • Quel farà'lprimo genito tra morti ;

E quefiiil protomartire d’Abijfo.

A!ì. No’l cantarem ?

Dem. Sian vrli, e fìrida i canti E difeordate confonanzei metri.

lo verrò dietro à tutti,che'l più degno Son per l'opre c'ho fatte O' bel concento, Qui vrlano tutti có voci terribili, e diuerfe, Da darne efs empio al tarudifo fiefio.