Pagina:Il piacere.djvu/122

Da Wikisource.

― 110 ―

gente, in cui ella credeva divenire, per la transfusione d’un’altra vita, una creatura diafana, leggera, fluida, penetrata d’un elemento immateriale, purissima; mentre tutte le pulsazioni nella lor moltitudine le davano imagine del tremito innumerevole d’un mar calmo in estate. Anche, talvolta, fra le braccia, su ’l petto di lui, dopo le carezze, ella sentiva dentro di sè la voluttà acquietarsi, agguagliarsi, addormentarsi, a similitudine di un’acqua estuante che a poco a poco si posi; ma se l’amato respirava più forte o a pena a pena si moveva, ella sentiva di nuovo un’onda ineffabile attraversarla dal capo a’ piedi, vibrare diminuendo, e in fine morire. Questa “spiritualizzazione„ del gaudio carnale, causata dalla perfetta affinità dei due corpi, era forse il più saliente tra i fenomeni della loro passione. Elena, talvolta, aveva lacrime più dolci dei baci.

E nei baci, che dolcezza profonda! Ci sono bocche di donne le quali paiono accendere d’amore il respiro che le apre. Le invermigli un sangue ricco più d’una porpora o le geli un pallor d’agonia, le illumini la bontà d’un consenso o le oscuri un’ombra di disdegno, le dischiuda il piacere o le torca la sofferenza, portano sempre in loro un enigma che turba gli uomini intellettuali e li attira e li captiva. Un’assidua discordia tra l’espression delle labbra e quella delli occhi genera il mistero; par che un’anima duplice vi si riveli con diversa bellezza, lieta e triste, gelida e passionata, crudele e misericorde, umile e orgogliosa, ridente e irridente; e l’ambiguità suscita l’inquietudine nello spirito che