Pagina:Il podere.djvu/117

Da Wikisource.

— 105 —

Anche lui si sentiva prendere, come quando s'era destato, da una grande tristezza; ma era troppo giovane per non avere una certa fede; sia pure indefinibile.

Non ricordava nè meno quant'era che non riesciva più a fare una risata schietta! Tutta la sua vita sembrava chiusa dentro un sacco, da cui non c'era modo da metter fuori la testa.

La giornata era chiara; pareva che ci fosse, perfino tra i muri della capanna e della casa, una specie di allegrezza sicura; che lo faceva anche più triste. Nè meno tra lui e la Casuccia potevano intendersi! Ogni cosa gli stava contro; e quel cielo così azzurro pareva che gli dicesse di andarsene e di rinunciare ai suoi propositi. La matrigna gli chiese:

— Perchè non vai nel campo a vedere quel che fanno? Tra poco ci sarà da segare il grano.

— Ci andrò dopo mangiato; ora, sono stanco.

— Richiama Ilda, perchè deve apparecchiare.

Egli escì e la chiamò. Mentre attraversava l'aia, vide Giangio che, asciugandosi il sudore, entrava dal cancello spalancato.

— Signor Remigio!

Gli andò incontro e dandogli la mano gli chiese: