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XVII.



Bubbolo era ancora giovane: poco meno di Remigio; e tanto grasso che appena teneva gli occhi aperti. Aveva la sinistra paralizzata, con le dita attaccate insieme e senza unghie. Ma con quel braccio, tutto insensibile, poteva picchiare come se fosse stato un bastone. Il viso pareva di donna, perchè la barba non gli veniva.

Aveva una botteguccia a mezze scale del vicolo di San Paolo, sotto la vôlta dell'arco, da dove si scende in Piazza del Campo. Accanto ci stava anche un sellaio e un uccellaio. Il sellaio, perchè in bottega mancava sempre la luce, lavorava su uno scalone; cavalcioni alla tavola a morsa e la lesina in bocca o in mano; mentre l'uccellaio teneva attaccato fuori di bottega una gran gabbia che potesse essere vista senza scendere il vicolo. Bubbolo, là dentro, possedeva un canapè sfondato, con una buca in mezzo, dove dormiva; e un tavolino dove lasciava i campioni dei grani e delle altre semenze, accanto a quelli degli olii, e dei