Pagina:Il podere.djvu/193

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— È meglio che io non le risponda. Dica quel che vuole.

Prese la sua zappa e andò nell’orto; dove c’era da fare le fossette alle piante dei fagioli incannucciati; perchè, ora che li annaffiavano, bisognava che l’acqua andasse a tutte le barbe. Ci trovò Berto, che gli disse:

— Ho sentito come vi ha trattato.

Picciòlo non voleva rispondergli, sospettando che l’avesse messo su lui. Ma, alla fine, rispose:

— Mi sta bene, perchè faccio più di quello che dovrei.

Berto, non riescendo a tirarlo dalla sua, lo minacciò:

— Coteste parole mi garbano poco. Volete alludere a me?

Ma Picciòlo fu prudente:

— Io non alludo a nessuno.

— Voi credete di essere un santo. E noi non lavoriamo quanto voi?

Picciòlo, sempre più controvoglia, rispose:

— Lasciatemi in pace, Berto!

I due assalariati benchè fossero vicini non si vedevano; perchè i fagioli erano alti e folti. Finite le fossette, Picciòlo prese il cesto di latta verniciata e cominciò ad annaffiare l’orto. I fontini si votavano; e, dentro la mota e le alghe, restavano le rane che invece di saltare via ci si ficcavano. Moscino