Pagina:Il podere.djvu/225

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— Se non lo manda via, andrà da sé.

— Ne sei sicuro?

— Ci metterei la mano sui fuoco.

— Non me ne importa.

— Ma, allora, finché sta qui con lei deve tenere il suo posto.

— Vedrai che da qui in avanti ci penserò io.

— Faccia come crede. Vuole altro?

— No; grazie.

Picciòlo gli dette la buona notte e tornò a cenare.

Ma il vino di quella botte era andato a male, e aveva preso la mercorella. Luigia, che l’aveva voluto assaggiare un sorso prima di mettersi a tavola, lo risputò:

— Benedetto Dio! Pare ranno! Io preferisco l’acqua.

Remigio si rassegnò subito:

— Beveremo l’acqua.

Alla matrigna crebbe il malumore.

— Per una sera, non me ne importa; ma io sono abituata a bevere il vino, E, poi, non sai che l’acqua del pozzo non è buona? Non sai che su i tetti ci vengono i piccioni dei contadini confinanti? Io non voglio prendere il tifo. Un bicchiere di vino fa sempre bene.

— E allora, vuole che lo compriamo alla Coroncina?

— Io non dico che tu lo debba comprare,