Pagina:Il podere.djvu/25

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facessero chiasso, tornò in punta di piedi. Ilda lo guardò fisso, con le lagrime che le scappavano dalle palpebre bionde come l'oro. Allora, chinata la faccia, si avviò verso la camera; ma Giulia, che non se lo aspettava, attraversò accanto: non era più vestita da casa; e dal cappello le dondolavano un mazzetto di rosine tutte volte in giù.

Remigio, presala per un braccio, la fece camminare all'indietro fino alle scale; e ve la spinse.

Poi, tremando tutto, ma dominandosi, con le mani entro le tasche della giubba, andò nella camera. Un cero, cadendo, s'era rotto. E siccome non poteva stare più infilato nel ferro del candeliere di legno, lo legò con uno spago alla spalliera del letto.

Il cadavere era doventato, come improvvisamente, d'un giallo spaventevole; e gli sparsero sopra, dopo avergli messo un vestito, che Giacomo non aveva mai voluto rinnovare, pochi fiori di campo, portati da Dinda, la moglie di Picciòlo.