Pagina:Il podere.djvu/98

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bruciato ogni cosa, e anche il grano pigliava un colore bianco che doventava sempre più giallo; e anche di notte si vedeva bene. Il terreno era così arroventito che senza gli zoccoli bruciava i piedi; e le passere, che varcavano le vallate da poggio a poggio, pareva che cadessero giù a strapiombo.

Ma, prima che gli assalariati portassero il fieno in capanna, il tempo si guastò. Poco dopo mezzogiorno, e in quel silenzio della campagna s'era sentito soltanto le campane della chiesa di Colle, il sole cominciò a essere meno limpido. Non c'erano nuvole ancora; ma proprio nel mezzo del cielo, il turchino cominciò a doventare sempre più smorto; finchè all'improvviso, vi nacque una nuvola grigia che si faceva sempre più scura. Poi, altre nuvole, dello stesso colore e più bianche, si accostarono insieme. Pareva che dovessero pigliare fuoco, perchè all'intorno scintillavano tutte e nel mezzo si facevano quasi nere. Quando tutte furono chiuse l'una con l'altra, un lampo abbarbagliò gli occhi e fece luccicare le ruote del carro, gli aratri e tutti gli strumenti di ferro su l'aia. La luce era livida: e a pena ci si vedeva. Allora, i tuoni cominciarono; come se avessero dovuto schiantare anche le case. E le prime gocciole, quasi bollenti, si sentirono picchiettare su