Pagina:Il probabile falsificatore della Quaestio de aqua et terra.djvu/7

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127 VARIETÀ 3


La irriverenza del padre Agostiniano è tanto più deplorevole, inquantochè l’autografo, naturalmente, sparì, e rimase soltanto quel povero trattato, con le sue limature ed elucubrazioni, delle quali davvero faremmo volentieri a meno.

Ma la storia non è finita, anzi è appena cominciata. L’opuscolo edito dal Moncetti, senza sparger di sè molta fama, divien ben presto rarissimo1, nè giova che nel 1576 lo ristampi in Napoli, in mezzo ad altri opuscoli di scienza, Francesco Storella2. Si continua ancora per secoli a non rammentare la Quaestio fra le opere di Dante. La cita qualche bibliografo, più per tradizione, che per conoscenza diretta. Il Pelli ne vede l’esemplare Marucelliano, che poi rimane per lunghi anni introvabile3;

    Manfredum de Monferrato sub inclyto principe Leonardo Lauredano Anno domini MDVIII sexto. Calen. Novembris. Nel riprodurre dall’antica stampa, sciogliamo i nessi e poniamo a suo luogo l’interpunzione.

  1. Oggi se ne conoscono tre esemplari. Uno si trova nella Marucelliana, segnato 4. F. V. 31, del quale noi ci serviamo. È in ottimo stato di conservazione, legato in pergamena, con scioglimenti di nessi e correzioni a penna di molti errori tipografici praticate da mano esperta. Un secondo esemplare, su cui fu condotta la ediz. moderna di Aless. Torri, è nella Trivulziana, con una nota bibliografica ms. di Pietro Mazzucchelli che il Torri, Opere di Dante, vol. V, Livorno, 1842, p.165, e poi il Giuliani, Opere lat. di Dante, Firenze, 1882, II, 379-81 stamparono. La terza copia, appartenuta ad Ulisse Aldrovandi, è nell’Universitaria di Bologna, e ne diede notizia C. Ricci L'ultimo rifugio di Dante, Milano, 1891, p. 41, n. 2. Descrizioni, più o meno minute, del libro non mancano nei recenti bibliografi: noi rimandiamo a quella del Torri, V, 166. Il Libri, nel Journal des savants, 1844, p.559-60, riprodusse il recto della prima carta, ove frammezzo a due epigrammi latini sta il lungo titolo, tante volte riferito, disposto a triangolo, o a cul-de-lampe, come dicono i bibliografi francesi. Il Libri si valeva d’un esemplare da lui posseduto, che figura nel suo Catalogue di vendita del 1847, sotto il n° 609. Il Brunet, nella più recente ediz. del Manuel, ci avverte che quell’esemplare fu allora venduto per L. 715 e poi rivenduto nel 1855 per L. 530, ma non dice ove oggi si trovi. Riuscendo difficile l’identificarlo coi tre menzionati, sarà forse quell’esemplare in qualche grande deposito straniero.
  2. Di quella ristampa napoletana, divenuta anch’essa rarissima, si suol citare soltanto un esemplare dell’Ambrosiana. La descrive il Torri nelle cit. Opere di D., V, 167; poi meno ampiamente il Fraticelli, Opere minori di D., Firenze, 1873, II, 415.
  3. Memorie per la vita di D. p. 202, n. 74. L’esemplare Marucelliano era smarrito anche quando il Fraticelli curò la prima edizione delle Opere minori; ma fu trovato poi, e giovò alla seconda.