Pagina:Il sistema della tariffa annonaria sul pane in Roma.djvu/11

Da Wikisource.

— 9 —

vantaggio pubblico ridicolo o nullo, colla rovina di tante famiglie industriose.

Nè fu difficile rovistando nelle polverose memorie della Prefettura dell’Annona, ritrovare un vecchio sistema da mettersi a nuovo perchè figurasse per la comparsa del tempo suo. 11 prospetto di calcolazione che si disse Scalone, e dal suo autore Ascani, fatto nel 1816 ad oggetto dì regolare i prezzi settimanali del pane, fornì le norme da seguirsi per l’osservanza della nuova legge, ed eccone i principii artificiosi.

1. Un rubbio di grano di buona qualità molito che sia dà una quantità certa di prodotti panizzabili divisi in fiore di farina, semolette e spolveri.

I fornai tutti di Roma avevano due sistemi di lavorare il pane; i primi si dissero venali o da stufa, i secondi casareccianti.

2. Conservando a ciascuno il proprio modo di panificare si dava in obbligo ai venali d’impiegare tanto fiore per fare altrettanti piccoli pani detti pagnottelle, e colle semolette i spolveri, e una certa quantità dello stesso fiore per farne pani in grosso volume che distinsero col nome di 2.a qualità, mentre sotto date proporzioni con le stesse materie panizzabili fu assegnato ai casareccianti che dovessero fabbricarne pani egualmente in grosso volume di 1.a e di 3.a qualità.

3. Così fu fatta ragione della quantità del