Pagina:Il sistema della tariffa annonaria sul pane in Roma.djvu/52

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ogni rubbio di grano che spiana? Voi vergognate di rendere ostensibili le vostre bisettimanali calcolazioni a noi che conosciamo i prezzi delle contrattazioni dei grani eseguite in questo termine, e che ci vediamo soggetti a una cifra di prezzo per il pane ingiusta, rovinosa, a cui ci obbligate venderlo; a noi osate parlarci di lucro, e di utile assegnato su questa cifra quasi a scorno della miseria, e del vilipendio che ci procurate onde con questi si compensi il ministro? È un insulto che ferisce non meno i nostri interessi, il nostro onore, e la vostra dignità! L’articolo 18 della vostra legge che invita ogni fornajo a prendere cognizioni della periodica rinnovazione della tariffa in Campidoglio, è una beffarda anfibologia colla quale pretendete far credere alla sincerità degli atti vostri, a chi non li segue in tutta la loro pienezza. Perchè velare di mistero un’atto che vi sembra di giustizia? Le vostre operazioni computistiche sono forse un arcano diplomatico, un piano di battaglia formato alla vigilia del combattimento? O Voi temete i nostri reclami alla suprema autorità che per fortuna vi domina, e perciò vi nascondete? Potevate almeno risparmiarvi il rossore di averci insultati al cospetto degli uomini intelligenti, parlando di un lucro che accordate come un obolo alla nostra industria, quando piuttosto in nome di una legge, vero anacronismo, pretendete gettarci alla miseria.