Pagina:Il sistema della tariffa annonaria sul pane in Roma.djvu/6

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solerzia intimidito, e ritenne di eccezzionarli. Un rapido sguardo sulla storia della tariffa che ci occupa ne dimostrerà la disconvenienza ed i danni.

Pio VII fu il primo Pontefice che nel 3 Settembre 1800 decretò la libertà commerciale, e sopraffatto dal desiderio di giovare alla classe più bisognosa del popolo «rinunziò alla felice esperienza degli altri Governi che sembrava gli suggerissero il contrario e volle che il grano si spianasse a tariffa, cioè in proporzione esatta del suo costo.» Prima di quest’epoca la tariffa sul pane era in qualche modo giustificata. In questa di Pio VII poteva scusarsi, ma nel nostro tempo non può non condannarsi come un errore ed un’ingiustizia. Innanzi al 1800 le scienze economiche erano bambine, le arti industriali, e quella dei panattieri, erano rette, e sostenute da privilegi; i governi studiavano di premunirsi dal flagello delta carestia sulle risorse del proprio paese. V’era in Roma un numero determinato di panattieri, e tra questi equamente si ripartiva la quantità del lavoro giornaliero. V’era il sistema annonario dei magazzini di grano sostenuti a spese del governo, da cui i fornaj traevano a prezzo determinato il grano da panizzare. Determinate e fissate dalla consuetudine erano pure le spese che incontravano per la panizzazione, come semplici i modi di confezionare le diverse qualità di pane. Da qui i dati meno