Pagina:Il tesoro.djvu/157

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spalancati, nell’oscurità animata dal russare infantile del bimbo, seguì mentalmente ogni movimento del giovane. Si calmò quando le sembrò addormentato; ma lo era profondamente? In quel momento ella non lo amava; pensava a lui come al prediletto di Salvatore e di Costanza, di cui le occorreva una ciocca di capelli. La paura e l’ansia la paralizzavano; e rimaneva con gli occhi aperti e le orecchie tese.

A un tratto le parve che Alessio si addormentasse profondamente, ma che Alessio fosse ella stessa, che cadeva in un leggerissimo sonno. E ne provò una infinita dolcezza; le parve d’esser felice, di amare tutti, compresa Costanza. In questo stato, nè sonno nè veglia, rimase quasi un’ora; poi si levò rabbrividendo di freddo, indolenzita dal riposo tormentoso, e provò una vertigine intensa, nella quale le tenebre della camera si fecero più dense e profonde. Si vestì silenziosamente e uscì con le scarpe in mano, fermandosi sul portico per calzarsele, investita dal vento, il cui soffio le diede quasi una sensazione piacevole, ridonandole un po’ di vita e di coraggio.

Fu così che tirò la cordicella del saliscendi, e la porta s’aprì con leggero stridìo. Ma ella non entrò ancora: lasciò la porta semiaperta e attraversò il cortile in punta di piedi. Nella cucina tiepida, dal fuoco coperto di cenere saliva una tenue fiammella azzurra e trasparente, che pa-