Pagina:Il tesoro.djvu/28

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misteriosi: Cicchedda, che si vantava d’esserle parente, credeva tanto nella sua potenza che tremava nel nominarla o nel sentirla nominare. Costanza domandò:

— Se tu andassi ad Oliena e ti riescisse di farla venir qui?

Agada comprese il pensiero della nipote, e riprese a filare.

— Umh, non verrà! — esclamò la servetta, sporgendo il labbro inferiore in segno di diniego.

— Perchè? Non è mai venuta a Nuoro? Perchè non verrà?

— Non verrà!

— Perchè non verrà? — ripetè ad alta voce Costanza, cominciando a stizzirsi.

— Perchè non verrà! Chi ha voglia di vederla deve andar là!

— Questa è bella! E a che ora e in quali giorni indovina ogni cosa?

L’aveva sentito dire molte volte, ma non essendole occorso mai di consultar la maga, se n’era dimenticata.

— Nei giorni di festa — rispose Cicchedda, mordendo un lembo del grembiale e dondolandosi — dalle due alle tre di sera nei giorni di festa, nei giorni di festa...

E siccome lo diceva con cantilena, Agada la rimproverò:

— Non c’è bisogno di metterti a cantare nè a ballare. Puoi parlare e star ferma....