Pagina:Il tesoro.djvu/78

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sola cassetta, e d’acciaio. Così ritroviamo o tutto o nulla!

— Eh, non rider così! — disse Cosimo. — Può darsi. Sai cosa ci vuole? Del denaro, molto; e penetrare nel carcere di questo signore, e riuscire ad assicurarsi di qualche cosa....

Parlava scherzando o sul serio?

Elena non sapeva spiegarselo; ma intanto si sentiva suggestionata, e tornava a credere...

— Lascia, lascia — disse Cosimo, tirandosi con due dita il pizzo rosso, e guardando verso la finestra — oggi stesso faccio un telegramma al direttore delle carceri militari ov’è il capitano. Se mi assicuro della sua preziosa esistenza, lascia fare a me....

— Senti — fece Elena sorridendo — zia Agada vuole ammogliarli con la signorina Honorè.

— Diavolo! Ci penseremo poi! — diss’egli, tirandosi il pizzo in su: e a proposito trovò il modo di dire, ridendo, d’aver scoperto che Peppina Marchis era innamorata di lui. E parlò male della bella signorina.

Quando, in certi momenti di buon umore, egli si lasciava andare a delle intimità, diceva le cose più orribili, le rivelazioni più meravigliose, con la massima noncuranza: le sue relazioni d’ogni genere, e la vita che menava, gli permettevano di conoscere tutti i pettegolezzi, gli scandali più o meno intimi, gli avvenimenti di tutte le famiglie della città; nessuna cosa gli giun-