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Pagina:Il vicario di wakefield.djvu/200

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capitolo trentesimo. 191

piè me ne andava in compagnia della mamma a diporto sulla via; quando egli giuntoci alle spalle prima che mi fosse dato di gridare accorr’uomo accorr’uomo, a viva forza mi spinse nel calesso; e tosto i cavalli di galoppo fuggirono. Molte persone rinvenni sulla strada, alle quali domandai soccorso, mettendo pianto ed altissimi guai. Ma alle mie preghiere uom non vi fu che si volgesse. Intanto il perverso a più potere s’ingegnava di soffocarmi la voce; e lusinghe e minacce adoperava a vicenda, giurando che s’io stessi tranquilla senza dar nelle strida, non m’avrebbe fatto alcun male. Io aveva squarciata la cortina da lui tesa per nascondermi; ed ecco da lontano apparirmi il nostro antico amico Burchell che coll’usata velocità andava la sua via, appoggiato a quel lungo bordone pel quale solevamo pigliar lui a gabbo. Però appena fu egli vicino sicchè potesse udirmi, lo chiamai per nome, strettamente pregandolo d’aiutarmi, e replicando più volte le esclamazioni. Allora egli, rotti i suoi pensieri, alzò il capo vêr me; e raffiguratami, comandò con alta voce al postiglione di fare alto. Ma colui non badando, spronò a rompicollo più che prima. Temetti quindi che Burchell non ci avrebbe più colti; ma in men d’un minuto lo vidi allato ai cavalli scaricare un soprammano addosso al postiglione ed atterrarlo. Stramazzata la guida, i cavalli da sè stessi fermaronsi; e saltato in terra lo scellerato ruffiano, con orrende imprecazioni trasse la spada minaccioso, dicendo a Burchell che col fuggir si salvasse. Ma questi, venutogli incontro, gli spezzò in mille schegge la spada, ed inseguillo per un buon quarto di miglio. Io era in questo mentre discesa dal calesso con animo di prestare assistenza al mio liberatore: ma dopo non guari spazio egli corse a me trionfante. Tornato in sè il postiglione, voleva egli pure mettersi alla fuga: ma Burchell gli ordinò di rimontare a cavallo e dar volta verso la città, o che gliene sarebbe andata la vita. Atterrito colui, comecchè ritroso, obbedì. Ma lungo il cammino non restava egli di lamentarsi