Pagina:Il vicario di wakefield.djvu/38

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capitolo terzo. 29

riva opposta. Il restante della famiglia guadagnando più in su la corrente, l’aveva valicata senza rischio, e si unì a noi, benedicendo a quel buon uomo di Burchell. Gli è più facile immaginare che descrivere la gratitudine della fanciulla, che ringraziava il di lei liberatore più cogli sguardi che colle parole, e si lasciava cadere tuttavia sul di lui braccio quasi ella bramasse ancora d’esserne assistita. Mia moglie intanto non rifiniva d’encomiarlo, manifestandogli la speranza di contraccambiare quella cortesia più convenientemente in di lei casa. Gustati poscia alcuni rinfreschi ad un’osteria vicina, dopo il pranzo, dovendosi egli avviare ad altro paese, si accomiatò; e noi proseguimmo il nostro viaggio. La moglie mia, cammin facendo, mi andava canticchiando gli elogi del signor Burchell, protestandomi che ove egli fosse di tale nascita e di tali fortune da esser degno d’imparentarsi con una famiglia così ragguardevole come la nostra, ella non sapeva su chi meglio fissar gli occhi; ed io sorrideva in udirla così grandeggiare. Una persona lontana due passi dalla mendicità, e che prende ad imprestito le frasi de’ più insultanti signorotti, moverebbe a dispetto un uomo di cattivo cuore; ma a me non dispiacquero mai gran fatto quelle illusioni innocenti che contribuiscono a farci più felice la vita.


CAPITOLO QUARTO.


Si prova che la più umile condizione può darci felicità e delizie, le quali non dipendono dal nostro stato, ma dalla nostra propria indole.

Il nuovo nostro ritiro era posto frammezzo a pochi castaldi che lavoravano le loro terre, non opulenti no, ma nè poveri; ed essendo essi forniti di tutte le cose bisognevoli alla vita, di rado andavano a cercare superflue bazzicature in città. Lontani dalla raffinata educazione, ri-