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Il quesito era molto più semplice: — nel vostro suffragio universale, che estende anche ai maschi analfabeti il diritto di voto, le donne sono escluse o sono comprese? —

Or qui, per conciliare i principî e la loro negazione, ecco che si affermano, bensì, tutte le ragioni che, nella civiltà moderna, militano pel diritto delle donne al voto politico e amministrativo; ma il veleno (nella coda avrebbe dato troppo nell’occhio) si annida nel bel mezzo della lettera, ed eccolo qui:

“L’aggiunta contemporanea del suffragio femminile al maschile non avrebbe, a senso nostro, alcuna influenza immediatamente benefica, per la quale le due rivendicazioni non possano — se la legge di gradualità lo consigli — disgiungersi nel tempo.„

Ossia: promesse a iosa per un avvenire rimoto; ma, intanto, il suffragio femminile danneggerebbe. L’agitazione, per la conquista dell’arme politica più poderosa per la difesa del proletariato, che è composto indistintamente di lavoratori e di lavoratrici, sia dunque limitata, per intanto, a favore dei primi. Le lavoratrici aspettino quel turno, che alla legge di gradualità piacerà di assegnar loro.

Non altrimenti suol rispondere un Presidente del Consiglio dei ministri, che si degni di accettare la presa in considerazione di una mozione per il voto alla donna, la quale egli ben sa che andrà a dormire negli archivî.

Qual è dunque il motivo per cui la rappresentanza politica del nostro partito socialista ha preso un atteggiamento così singolare anche in confronto agli altri partiti socialisti?

Invero, il Congresso internazionale di Zurigo (1893), su proposta dei socialisti austriaci, già allora impegnati nell’epica loro lotta pel suffragio universale, votava la necessità di promuovere in tutti i paesi, dove non esiste, un’agitazione attiva per il suffragio universale “senza distinzione di sesso„, perchè la lotta per l’emancipazione economica del proletariato — uomini e donne — è essenzialmente una lotta politica, e sulla conquista della forza politica reale si fonda l’ascensione del proletariato verso l’avvenire redentore.

A Colonia, nello stesso anno, la democrazia socia-