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XLII PREFAZIONE

di somma sensibilità artistica (il cretese): sentimento stilistico squisito (elleno).

Ma molti altri elementi concorrono alla sua formazione. E se non possiamo ancora sicuramente distinguerli, possiamo però tracciare abbastanza sicuramente le linee generali del processo che li convogliò e li amalgamò.

E qui dobbiamo innanzi tutto richiamarci al saggio del nostro Cattaneo, Sul principio istorico delle lingue europee. Questo scritto di neppur cinquanta pagine, pubblicato nel 1842 (sul Politecnico), sconvolge sostanzialmente tutte le teorie, che, dallo Schlegel in poi, si può dire1, valgono come postulati presso tutti i glottologi2.

Tutti, infatti, credono ancora che le lingue del gruppo cosí detto indo-europeo, siano le divergenti emanazioni d’una primitiva lingua comune tendente alla pluralità e alla diffusione. Il Cattaneo le immagina invece come altrettanti innesti d’una lingua comune sopra i selvatici arbusti delle lingue aborigene. Un processo, dunque, non di dispersione, ma di associazione. Non una lingua madre che si scompone in tante lingue, bensí «più lingue affatto diverse, che, assimilandosi ad una sola, divengono affini con essa e fra loro; e per poco che l’opera si continui o a più riprese si rinnovi, divengono suoi dialetti, e infine mettono foce comune in lei».

Il Cattaneo dimostra, con una copia di prove e di argomenti secondo me inoppugnabili, che questo processo è unico ed invariato per tutte le formazioni linguistiche.

  1. Ueber die Sprache und die Weisheit der Indier, III, 3.
  2. Ho interpellati alcuni dei più insigni glottologi nostrani intorno allo scritto del Cattaneo. O non ne conoscevano l’esistenza, o dichiararono di non averlo letto.