Pagina:Iliade (Romagnoli) I.djvu/69

Da Wikisource.
14 ILIADE 318-347

dimenticò la minaccia che aveva rivolta al Pelíde:
anzi ad Euríbate queste parole rivolse, e a Taltíbio,
320ch’erano araldi suoi, suoi fidi zelanti ministri:
«Recatevi alla tenda d’Achille figliuol di Pelèo,
fatevi dare, e a me recate Brisèïde bella.
Se poi ve la rifiuta, son pronto a pigliarmela io stesso,
con molta gente; e questo sarà ben piú amaro per lui».
     325Disse cosí, l’inviò con questo comando superbo.
Mossero quelli a malgrado, lunghessa la spiaggia del mare,
e giunti furon presso le tende Mirmídoni e i legni.
E lui trovaron, presso la tenda seduto, e la nave
negra; né lieto fu, vedendoli giungere, Achille.
330Stettero innanzi al re, quei due, fra rispetto e paura,
né gli volgean veruna parola, veruna dimanda.
Ma bene Achille intese, che ad essi cosí si rivolse:
«I benvenuti siate, di Giove e degli uomini araldi:
fatevi presso: vostra la colpa non è, ma del figlio
335d’Atrèo, che a prender qui vi manda la figlia di Brise.
Su via, Pàtroclo, alunno di Giove, la figlia di Brise
guida e consegna a costoro. Ma siate voi due testimoni
dinanzi ai Numi eterni beati, dinanzi ai mortali,
dinanzi al re scortese, se un giorno verrà che bisogno
340ci sia di me, ch’io debba tenere lontan dalle schiere
la peste e la rovina. Ma già, pazzo è quello, ed infuria,
né la sua mente sa guardare al passato e al futuro,
per far che presso ai legni combattan securi gli Achivi».
     Cosí parlava. E pronto fu Pàtroclo; e fuor dalla tenda,
345come il compagno bramava, condusse Brisèïde bella,
la consegnò. Di nuovo tornarono quelli a le navi
d’Acaia; e a mal suo grado moveva con essi la donna.