Pagina:Imbriani - Dio ne scampi dagli Orsenigo, Roma, Sommaruga, 1883.djvu/178

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168 Dio ne scampi

mento, non mi occorre nulla. Per le diecimila lire, perdute al macao, con Bista Barberinucci, sai? ho sottoscritto una cambiale. Lui è tanto gentile! un perfetto gentiluomo! E, quando scadrà, mi sarà giunto il denaro da Napoli. Sicchè, vedi...» -

— «E, se te ne occorresse altro? E se, allora, non giungesse?» -

— «Ebbene, allora, verrò da te; e me lo presterai tu. Sei contenta?» -

— «Mel prometti?» -

— «A patto, che non toccherai, più, le mie carte.» -

— «Purchè tu non mi nasconda a tuoi pensieri! Io non voglio essere trattata, come una estranea, cui non si dice nulla, io!» - disse la donnetta, avventurando, come scherzo, il rimprovero; e sorridendo del rovello, che la martoriava.

Maurizio, dopo non molto, uscì. A dirla, la offerta della signora il cavava d’un grande impiccio: perchè il fattore gli aveva, appunto, scritto, dell’impossibilità di procacciargli, comechessia, la somma richiesta. Ora, sapeva, che gli basterebbe fare il preoccupato, un quarto d’ora, allo avvicinarsi della scadenza perchè, immediatamente, la donna venisse, a supplicarlo e scongiurarlo, con la più calda ressa e soave, di