Pagina:In Valmalenco - Noli Giuseppe, 1907.djvu/127

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XIII.


Le cave d’amianto hanno avuto un passato; oggi qualche principio di galleria, qualche rombo di mina, preceduta dal suono rauco del tritone avvertono il visitatore che si tenta nuovamente di ricercare una vena, con la speranza di ricondurre in paese la ricchezza di un tempo.

Fatica quasi sprecata: l’amianto diventa sempre più raro e gli appaltatori, lodevoli per lo sforzo e meritevoli certo di fortuna, sono invece costretti a lasciare il piccone e la zappa, ritraendo dall’impresa, non sempre interi, i capitali arrischiati.

Per questo ammontano ad un numero discreto le cave abbandonate e, ad ogni colpo di mina che squarcia il seno alla montagna, palpita di speranza il proprietario, ma inutilmente, perchè il filamento candido, argentino, del quale si è fatto troppo raccolta, si è perduto o nascosto. Ha però