Pagina:In Valmalenco - Noli Giuseppe, 1907.djvu/188

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una parte minima dei piedi nei crepacci, sulle sporgenze brevi, sottili, e intorno ti circola l’aria e t’avviluppa e t’offende e sotto si spalanca la voragine cupa!

Avanti, avanti canonico! amico mio, prosegui; è una grande battaglia contro te, contro la natura che vinci, non t’importi se io, vedendoti così dinoccolato sull’abisso, dò in uno scroscio di risa; non badare se, quando t’arrampichi a rana, comprimendo il ventre sui sassi acuminati, senti dietro te un frizzo impertinente; l’attimo più terribile dell’ascesa è superato; tu sei vincitore! Vedi? sotto quest’ultimo dosso raggiunto si spiana scintillante la vedretta di Caspoggio, al di là, fra i sassi, alto, guarda e pare sorridere ai tuoi sforzi e al tuo trionfo il Rifugio Marinelli.

Salve! Salve!

Discendiamo cauti e siamo sul ghiaccio, che si scioglie per il raggio caldo del sole. Quale impressione di frescura! con quanto piacere i piedi nostri s’immergono nella neve, ed imprimono l’orma della scarpa ferrata sui dossetti traditori del ghiaccio; come l’acqua penetra freddissima per i forellini e gli interstizi dei gambali; navighiamo quasi!

Il canonico, per la sua simpatica corpulenza, sprofonda fino a mezza gamba; ma non si lamenta: qui non c’è pericolo, nessuna fenditura s’apre sotto di lui, solo, a tratti, sentiamo scricchiolare la superficie leggera del ghiaccio e lo vediamo mettersi in posizione di salvataggio, portando l’alpenstok, con movimento improvviso e