Pagina:In Valmalenco - Noli Giuseppe, 1907.djvu/207

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spettro di bevitore ha cercato riposo e fa il morto dentro la botte dedicata a Noè) ecco uscire un’infinità di forme scheletriche, cui se ne aggiungono altre, venienti dallo Spedale: tutte le vie principali di Sondrio brulicano; nel cimitero è uno scoperchiarsi di tombe, chiudenti le ossa dei ricchi; la piazza Vittorio Emanuele, la via Alla Folla, il Corso Garibaldi, Campello, Piazza Cavour, Quadrivio, sono gremite di fantasmi che vanno a due, a tre, a cinque, con iscricchiolii ritmici, aprendo e richiudendo le mandibole in cadenza, passando le falangi della mano sullo sterno, come chi ha masticato e inghiottito un manicaretto ideale.

Qualcuno passa la mano nella larga vanità che si apre fra il braccio, il torace e il fianco di un compagno, e abbandona mollemente l’avambraccio sul radio e sopra l’ulna del vicino, come una dama che voglia appoggiarsi in modo sensibile al suo cavaliere, per provocarne una parola, un sorriso, la promessa di un nuovo abboccamento desiderato. Altri batte, con la nocca, un colpo secco e forte sulla porta, dinnanzi alla quale passa con dignità calma e signorile, ed ecco al battito la porta aprirsi e uscire uno, due, tre altri scheletri ammantati, unirsi ai primi e proseguire silenziosi e composti.

Con trascurata eleganza qualcuno solleva la propria destra all’altezza della spalla di chi gli muove allato e il suo metacarpo preme sulla clavicola e la scapola del vicino: qualche altro va il più possibile solitario, avvolgendosi nel-