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stella alpina è, per rientrare nella vita umana, una donna che non sente; bella e fredda; senza anima.

Se io dovessi passare accanto ad una di queste donne, senza poterla risvegliare con l’ardenza della mia giovinezza, senza poter trasfondere nella sua anima il profumo che inebria la mia vorrei, così per capriccio, mandarle un mazzo di edelweiss. Le invierei anche una melodia di Antonio Ascenso, amico mio carissimo, nella quale c’è uno sconforto così ineffabile e dolce, un senso d’angoscia così acuto e soave, che commove, e che, forse, potrebbe più della mia giovinezza e del mio troppo discutibile profumo.

Trascrivo i pochi versi della melodia dolorosa e gentile.

Sono del d’Isengard.


     Degli eterni ghiacciai, candido fiore,
Perchè non hai fragranza?

Alla domanda, la stella alpina risponde con semplicità lagrimosa:


     Perchè natura mi vietò d’amore
Le gioie e la speranza!

La canto.

L’eco risponde alla mia voce che ha tentato di rendere la tristezza melodica della composizione, ed io, l’anima naufragante nella dolcezza di cui la musica m’innonda, specialmente se così delicata e sentita, ridiscendo, commosso.